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don_chisciotte don_chisciotte, 11/03/2014 — Anch'io propongo la mia "R", dopo essere stato da voi stimolato (un Grazie quindi a Granitas, Luna e Stefire per l'ispirazione!).

Riflettere sulle conseguenze negative che le nostre azioni, anche le piu' piccole, possono provocare sull'ambiente e sul prossimo (ma anche il prossimo fa parte dell'ambiente, giusto?). Non quelle azioni che ci sono state concesse per natura (e cioe' respirare, mangiare il necessario per vivere, dormire, camminare, etc) ma tutte le altre "non naturali" che compiamo in ogni momento.

Riflettere sul fatto che ognuna di queste azioni sia svolta nel rispetto dell'ambiente e qualora non lo fosse, non sottovalutarne l'impatto negativo, soprattutto quando sommato a quello degli altri. Le piccole cose fanno le grandi imprese ma possono anche avere un effetto contrario perche' spesso e' proprio la mancanza di attenzione nei loro confronti che ci fa compiere gli errori piu' gravi non attribuendogli la giusta importanza.

Mi rendo conto che tutto cio' e' difficilissimo da attuare e per questo motivo, su questa Buona Pratica non mi sono dato il "Contami". E' necessario fare veramente molta esperienza di autocritica per ottenere dei risultati soddisfacenti in questo senso e l'intenzione, purtroppo, non basta!

Comincia subito il tuo diario delle buone pratiche green.
Dai il Contami e migliora goccia a goccia le tue abitudini.

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irene70 - disiscritto
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Una piccola Riflessione sul tempo libero. Settembre è tempo di iscrizioni alle varie attività extrascolastiche per i bambini: prima di iscriverli a calcio incastrando il corso di tedesco con quello di "dolci di stoffa" (è l'ultima moda!) e magari la piscina perché nuoto fa sempre bene, proviamo a Riflettere e a chiedere anche a loro cosa veramente vorrebbero fare. Uno sport è salutare ma tutto il resto rischia di far impazzire i genitori che devono correre da un posto all'altro senza sosta e soprattutto i bambini che si abitueranno in questo modo ad avere ogni minuto della vita programmato e occupato e non godranno mai di un attimo di sano ozio. Dal punto di vista "verde" tutto questo andare e tornare non è certo ecologico, inoltre le varie attrezzature comprate per un corso di 5 mesi e poi abbandonate sono abbastanza uno spreco (ma questo è nulla rispetto allo stress creato nei bambini). Fine della riflessione :D (consiglio il libro Genitori Slow - educare senza stress con la filosofia della lentezza, di C. Honoré, Rizzoli).

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Sacrosante parole, il gioco libero è fondamentale per diventare indipendenti e imparare ad autogestire il proprio tempo. Per quanto riguarda invece l'avvicinarli alla natura e toglierli dalla città il piu' possibile una mia amica mi ha parlato di questo libro che però non ho letto: "L'ultimo bambino nei boschi. (copio e incollo la descrizione da ibs: "I bambini passano sempre più tempo chiusi in casa o in classe e sempre meno all'aria aperta. Sta crescendo una generazione per la quale la natura non è più l'"ambiente naturale", ma qualcosa di esotico ed estraneo, spesso vissuto come pericoloso. In questo libro si definisce il "disturbo da deficit di natura" ma anche i metodi per aiutare genitori e figli a stabilire un contatto diretto con la natura, formidabile strumento per sconfiggere altri disturbi e malattie dell'infanzia e dell'adolescenza, dall'obesità al deficit di attenzione alla depressione, e favorire il pensiero critico, la capacità di risolvere i problemi e la creatività."

don_chisciotte
don_chisciotte

Ciao Granitas, davvero interessanti i contenuti di questo libro che ci segnali. E' un argomento su cui spesso rifletto quando penso ai bambini di oggi che a differenza di quando ero piccolo io, vivono spesso in spazi chiusi (mentre invece io ero sempre fuori in mezzo alla natura, non importa che stagione fosse). E' anche interessante notare che l'immagine mediatica che ci viene fornita maggiormente e' quella legata ai fenomeni naturali pericolosi per l'uomo (terremoti, uragani, alluvioni, etc). Si nota cioe' come la visione della natura e dell'ecosistema sia effettuata - perche' fa piu' notizia ed audience - in chiave puramente antropocentrica. Cioe' a fare notizia e' solo la natura che danneggia l'uomo e non viceversa. Per questo motivo c'e' il rischio che i bambini imparino a temerla, se non a odiarla, invece di amarla e rispettarla.

don_chisciotte
don_chisciotte

In linea con questa Buona Pratica ho scoperto le teorie del filosofo tedesco Hans Jonas che nel 1973 ha pubblicato il libro "Il principio responsabilita'. Non l'ho ancora trovato in giro ma avendone letto i contenuti, legati principalmente a questioni ambientali, ne consiglio la lettura a tutti per la semplicita' con cui sono espressi i concetti. L'imperativo dell'etica della responsabilità viene così formulato: "Agisci in modo tale che gli effetti della tua azione siano compatibili con la continuazione di una vita autenticamente umana".

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

... grazie Don, sembra interessante !

don_chisciotte
don_chisciotte

Ho trovato il libro di Jonas oggi in biblioteca. Spero di riuscire a leggerlo agevolmente perche' e' pur sempre un libro di filosofia e non sono una cima in questo campo...comunque nell'introduzione (di Pier Paolo Portinaro) si parla "dell'umanita' che si e' risvegliata in un mondo freddo e insidioso, nel quale non e' piu' la nuda natura ma il potere conseguito per dominarla a minacciare l'individuo e la specie", "dell'uomo che e' diventato per la natura piu' pericoloso di quanto un tempo la natura lo fosse per lui"...quindi le premesse sono buone per continuare a leggerlo e cercare di capirci qualcosa e magari trarre spunto per qualche nuova buona pratica a carattere filosofico!

don_chisciotte
don_chisciotte

Ho letto questa frase (che non ricordo chi l'ha pronunciata ) ed ho riflettuto..."La disperazione piu' grande che possa impadronirsi di una societa', e' il dubbio che comportarsi correttamente sia inutile". Quindi dalle piccole cose alle piu' grandi, quando ci comportiamo in un determinato modo che sappiamo essere sbagliato, ma lo giustifichiamo pensando "tanto lo fanno tutti", stiamo commettendo un grande errore. Se, relativamente ad un determinato atteggiamento pensiamo "e' inutile che io mi comporti correttamente quando tutti gli altri non lo fanno" stiamo sbagliando. Di esempi semplici se ne potrebbero fare tantissimi...pensiamoci!

don_chisciotte
don_chisciotte

Oggi ho riflettuto su quanto segue. Ci sono numerosi automobilisti che applicano sul retro della vettura un adesivo con scritto "bimbo a bordo" "bambini in auto" per non parlare della maglietta appesa "Mario a bordo". A parte l'inutilita' della maglietta (che non viene indossata ma solo mostrata) mi chiedo perche' io dovrei fare piu' attenzione del solito nella guida perche' di fronte ho un auto con dei bambini (che magari, tanto per buttarla sul ridere, in quel momento in auto nemmeno ci sono...). Io nella guida dovrei rispettare tutti, adulti e bambini e fare attenzione alle altre autovetture semplicemente perche' ci sono delle persone a bordo (siano essi adulti da soli o con bambini). Forse quell'adesivo serve a segnalare a chi segue il motivo per cui l'auto sta procedendo lentamente e con cautela? Ma non si dovrebbe sempre rispettare i limiti e procedere con cautela? Quindi se proprio voglio mettere un adesivo sull'auto per ricordare agli altri il rispetto sulla strada dovrei metterne uno con scritto "attenzione: esseri umani a bordo".

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

E cani, gatti e co. Per inciso l'altro giorno a Torino ho visto un bambino di circa 9/12 anni seduto dietro in mezzo e senza cintura. Dovrebbe esserci un adesivo attento al "Tuo" bimbo a bordo!

luna
luna

E io ieri 2 bimbi di circa 3 e 5 anni, con ciuccio incorporato, seduti dietro senza seggiolino né cinture, girati verso il retro della macchina, che mi guardavano e mi salutavano... :-(

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Ho trovato in questo libro 10 minuti, 10 mesi, 10 anni "10-10-10 -10 "di Suzy Welch (2009) (uno di quei libri che tentano di aiutare a fare scelte "giuste") un consiglio che mi ha colpito molto e che è in sintonia con questa bp: è la regola "del 10-10-10" ovvero, data una domanda, quali saranno le conseguenze (su di noi, sugli altri, sull'ambiente) di ciascuna delle opzioni che potrei scegliere tra dieci minuti, e tra dieci mesi, e tra dieci anni (cioè adesso, un po' dopo e molto tempo dopo).

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Potremmo provare a buttare giù degli esempi, ogni qual volta ci accorgiamo di aver riflettuto su un effetto. Così da condividerlo e aumentare e far rimbalzare la riflessione. Che ne dite?

don_chisciotte
don_chisciotte

Certo Granitas va bene! Io ho creato anche la Buona Pratica "Tanti Piccoli Gesti Importanti" contiamoci.com che sicuramente avrai notato, dove si possono inserire, commentando, le proprie riflessioni su gesti apparentemente insignificanti (e scontatissimi) ma che in realtà possono non essere tali se praticati da tante persone. Io poi ogni tanto aggiorno la Buona Pratica in base ai suggerimenti che arrivano tramite i vostri commenti. Li si può inserire di tutto, piccole azioni di gentilezza e di rispetto verso il prossimo e verso l'ambiente, etc Oppure fatelo su questa Buona Pratica del Riflettere, come preferite! Ciao!

irene70 - disiscritto
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Bisognerebbe riflettere anche prima di una reazione o risposta: imparare a concederci quei 10 famosi secondi che a volte sono davvero fondamentali per "salvarci" da reazioni troppo impulsive di cui poi potremmo pentirci (cercando comunque di mantenere la nostra spontaneità). Personalmente ci sono risposte troppo impulsive che ho dato o che non ho dato come avrei voluto che ancora, dopo tanto tempo, mi "tormentano" i ricordi, quindi, nel mio piccolo, posso dire che l'effetto di una non riflessione è sicuramente a lungo termine...

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Potremmo dire che anche le nostre azioni dovrebbero attraversare le tre porte della bp "Prima di parlare attraversa tre porte": è un'azione vera? (nel senso che porta verità, non inganna), è necessaria?, e soprattutto: è gentile?

luna
luna

Quante R come....! Bello, mi sa che se ne aggiungeranno altre! Per questa, mooooolto impegnativa, mi sa che non mi basterà questa vita... Non posso nemmeno mettere "la farò", ma direi "ci rifletterò", anche perché non mi piace "ci proverò", come dice un grande e piccolo saggio "fare! non esiste provare".

Contiamoci serve anche a questo, a mettere in moto gambe, cervello, cuore e coscienza! Ciao!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Luna, secondo me hai creato una bellissima frase per definire e far conoscere Contiamoci :-)

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