Diminuire i sacchetti di plastica durante la spesa


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Dory Dory, 24/05/2013 — Quando andiamo a fare la spesa, nei supermercati, siamo obbligati ad utilizzare sacchetti e guanti di plastica per la frutta e la verdura. Per diminuire la spazzatura che producono i sacchetti una volta utilizzati, se si è single oppure una coppia, per certi alimenti, si può proprio evitare l'uso dei sacchhetti. Ad esempio se si deve comprare una singola melanzana, un singolo peperone, un singolo finocchio...si può pesare direttamente l'alimento sulla bilancia ed attaccare lo"scontrino" sul'ortaggio. Idem con la frutta. Io uso questa "tecnica" anche quando devo comprare un paio di ortaggi dello stesso genere.

Quando invece le quantità sono maggiori, non c'è problema utilizziamo pure i sacchetti di plastica, l'importante è ricordarsi di riutillizzarli alla spesa successiva. Per evitare di romperli una volta arrivati a casa, ricordarsi di fare un nodo morbido, facile da slegare. Una volta vuoti, per non rischiare di dimenticarli a casa, riporli nelle borse di stoffa che utilizziamo per portare a casa la spesa. Non preoccupatevi delle etichette della spesa precedente, basta incollare sopra l'etichetta nuova e il gioco è fatto! Abbiamo riutilizato con successo i sacchetti di palstica della spesa e diminuito la nostra spazzatura in modo notevole.

Ah, non preoccupatevi per le etichette, si staccano dai sacchetti senza problemi. La stessa procedura la potete utilizzare per i guanti di plastica. Una volta finita la spesa, invece di lasciarli nel carrello, come fa molta gente, metteteli nelle borse della spesa così da averli con voi alla spesa successiva. Sono gesti semplici, facili da imparare, a noi non comportano fatica ma per l'ambiente, la Natura, fanno la differenza.

Se siete curiosi di leggere altre piccole eco-abitudini potete trovarle qui: lifeingreen.altervista.org oppure qui: facebook.com

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effe
effe

Articolo molto attuale... ;-) Oltre a risparmiare sacchetti, ci sono tanti altri modi per ridurre l'uso della plastica: effederico.net Il cambiamento non può che partire da noi...!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Avevo letto tempo fa che dal 2018, per diminuire il consumo di plastica, ogni supermercato dovrà far pagare i sacchetti per frutta e verdura che dovranno essere solo biodegradabili (come i guanti) ed è proprio così ilfattoalimentare.it; l'uso del materiale biodegradabile è di per sé un buona cosa anche se per il consumatore vorrà dire (ancora) una spesa in più: riutilizzare quelli della volta precedente penso non sarà più possibile, o anche sì, ma li pagheremo lo stesso. Dalle notizie si capisce che i commercianti non sono contenti di questa norma e probabilmente spunteranno nuove confezioni preimballate di frutta e verdura (quindi forse aumenteranno le vaschette già pronte , quelle di plastica o polistirolo, e quindi un probabile peggioramento per far fronte a un tentativo di miglioramento), qualcuno parlava anche di rimettere i sacchetti di carta. Ho letto anche che "è critica la Federdistribuzione, che ne fa una questione di igiene. Se la gente per ovviare al disagio dovesse iniziare a portare anche questi sacchetti ultraleggeri da casa, si potrebbe rischiare, con il riutilizzo, la veicolazione di eventuali germi e batteri. Ma è certo che più di un consumatore lo farà per non dover tirar fuori altri soldi. Per risparmiare, o anche solo per protesta.": questa della paura dei batteri mi pare assurda considerato che la frutta va messa dentro ai sacchetti e non va tirata fuori dagli stessi per essere rivenduta e sempre per quanto si diceva riguardo ai carrelli che comunque sono già loro pieni di batteri per cui non ci stiamo aggirando in una sala operatoria. Staremo a vedere e nel frattempo in ogni caso conviene ed è giusto esercitarci a usare sempre meno sacchetti di plastica che questa è di sicuro una buona pratica.

don_chisciotte
don_chisciotte

Si, ho sentito anch'io di questa novità di cui ci stai parlando e tutto sommato credo che sia positivo perché è veramente un controsenso (come ho già avuto modo di commentare in precedenza) che siano vietate le borse di plastica per la spesa ma non quelle (sempre di plastica) del reparto ortofrutta. Infatti io, da sempre, se vado al supermercato a comprare‎ la frutta e verdura, riutilizzo i miei sacchetti precedenti (e' da anni che faccio così è non si è mai generata nessuna epidemia....). Il fatto che ora i sacchetti biodegradabili dell'ortofrutta al supermercato saranno a pagamento e' solo l'ennesima cavolata all'italiana per suscitare polemiche. E' evidente infatti che anche gli attuali sacchetti di plastica del reparto ortofrutta siano a pagamento ma semplicemente il loro costo è incluso nel prezzo degli alimenti come "costo fisso di gestione" e quindi il consumatore paga anche il sacchetto di plastica, in quanto imballaggio, solo che non se ne rende conto all'atto del pagamento.  Avrebbero potuto fare lo stesso per i sacchetti biodegradabili ma, non si sa perché, sembra che abbiano deciso di farli pagare a parte, suscitando le ovvie polemiche. Non credo sarà possibile riutilizzare quelli già usati e, anche se lo si farà, ce li faranno pagare comunque perché alla cassa conteggeranno il sacchetto in quanto tale (senza preoccuparsi se è usato o nuovo). Diciamo che potrebbe essere un buon motivo per smetterla di comprare frutta e verdura al supermercato e di andare al mercato rionale o al fruttivendolo sotto casa, che sicuramente accetterà i nostri sacchetti usati per riporre la merce.‎

don_chisciotte
don_chisciotte

Prendo spunto da un commento di poco fa di bebabi34 sulla Buona Pratica "Raccolta differenziata di buste da lettera con finestrra" contiamoci.com per fare un altro esempio: da oggi 1 gennaio 2018 sono obbligatori nel reparto ortofrutta dei supermercati i sacchetti biodegradabili, che sembra saranno a pagamento. Per giustificare questo fatto i politici hanno detto che è il prezzo (giusto) da pagare per la salvaguardia dell'ambiente. Cioe' paghiamo i sacchetti ma siamo sicuri che il sacchetto si degradera' nell'ambiente senza inquinare. Ottimo direi! A nessuno però è venuto in mente che le etichette che si appiccicano sul sacchetto biodegradabile sono sempre le stesse di prima (carta plastificata adesiva) e che evidentemente non sono biodegradabili come il sacchetto sulle quali vengono applicate. Quindi prima di abbandonare il sacchetto nell'ambiente (o di gettarlo nell'umido) dovremo ricordarci di strappare l'etichetta, ma chi pensate che lo farà? Ho detto una cavolata?‎‎

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

È vero, accidenti! Io volevo riutilizzarli per raccogliere l'umido ma allora forse no (almeno fino a quando non faranno etichette senza componenti potenzialmente tossici), a parte che al cadoro dove vado i nuovi sacchetti erano già in uso le scorse settimane e sono un po' piccoletti e molto fragili, quindi non so se saranno tanto riutilizzabili nemmeno per le spese successive; quindi l'unica rimane utilizzare meno sacchetti. Oppure avere l'accortezza di attaccare l'etichetta sul nodo (il più piccolo possibile!) con cui lo chiudiamo (l'importante è che il codice a barre sia interamente leggibile) e poi tagliare con la forbice il nodo e riutilizzare il sacchetto che resta per raccogliere l'umido, uff che complicato, proverò alla prossima spesa, grazie quindi che hai posto il problema.

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Sì, in effetti è proprio così: stamani al supermercato c'era il direttore alle bilance che spiegava la normativa, e ha confermato che se volessimo riutilizzare i sacchetti (che in realtà non sono tanto piccoli, sono come gli altri) per l'umido, con l'etichetta, bisogna prima informarsi con il gestore della differenziata del proprio comune, che potrebbe non accettarli; inoltre ha spiegato che non sono riutilizzabili per spese successive, per questioni di igiene del trasporto della merce, nel senso che finché la merce è nel supermercato loro hanno la responsabilità dell'igiene e quindi devono accertarsi che questa sia garantita (per non incorrere in rivendicazioni ecc.), perciò niente sacchetti di altro tipo o riutilizzati. Comunque io ho appiccicato l'etichetta piegandola a metà attorno al nodo e il lettore ha letto bene, poi ho tagliato il nodo (anche perché sciogliere il nodo con questo materiale è più difficile che con la plastica) e li userò per l'umido. Non andrebbe bene neppure appiccicare l'etichetta sul singolo frutto o ortaggio, in teoria, sempre per il discorso igiene, cioè potrebbero non accettarlo alle casse (e loro potrebbero incorrere in sanzioni), con l'unica eccezione di melone e anguria.

don_chisciotte
don_chisciotte

Se c'ero io, oltre a ringraziare il direttore per la sua disponibilità gli avrei detto che mi ha fornito un buon motivo per ritornare a comprare la frutta e verdura dal fruttivendolo sotto casa. Oltretutto io da anni riutilizzo gli stessi sacchetti di plastica dell'ortofrutta quando vado al supermercato ed alle casse se ne accorgono eccome perché su tutti i sacchetti ci sono almeno due etichette una sopra a l'altra (se non tre e massimo quattro). Una volta una commessa mi ha fatto pure i complimenti "se fossero tutti come lei". Ma nessuno alla cassa mi ha mai fatto storie o ha chiamato il direttore perché stavo violando una norma igienica del supermercato, riutilizzando i vecchi sacchetti (se vale per i nuovi, dovrebbe valere ugualmente anche per i vecchi, la regola dell'igiene). Mi viene il dubbio che, siccome quelli di plastica non si pagavano mentre questi biodegradabili invece si, loro vogliano a tutti i costi...venderci anche i sacchetti, ovviamente guadagnandoci. E forse non mi sbaglio.

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Sì la regola valeva anche per quelli precedenti infatti (solo che non c'era un cartello vicino alle bilance con indicato l'obbligo di utilizzo... il sacchetto al consumatore ora costa 2 centesimi, ma non ho idea di quanto lo paghino i supermercati) e nemmeno a me hanno mai detto nulla alle casse per il riutilizzo, anzi, come a te dicevano -buona idea! (ma i cassieri di sicuro non vogliono fare i 'controllori' a meno che non venga loro ordinato). Il direttore ha detto che anche loro (la grande distribuzione) si trovano "in imbarazzo"(c'era attorno un bel po' di gente che si lamentava... ), nel senso che subiscono la normativa, ma quello che mi ha piacevolmente colpita è che in tanti si lamentavano di non poterli riutilizzare o di non poter attaccare l'etichetta sui singoli pezzi, questo vuol dire che c'è già una certa attenzione al non spreco. Poi vediamo se saranno così ligi o se ci sarà spazio per un po' di spesa ribelle.

don_chisciotte
don_chisciotte

Beh è ovvio che, adesso che sono a pagamento, la gente vorrebbe riutilizzarli. Mentre prima con quelli di plastica non a pagamento non si poneva il problema. Non sarei così ottimista come dici tu, che c'e' attenzione allo spreco, io sarei più per l'attenzione al portafoglio... Comunque ti dico quello che farò io per non riempirmi la casa di sacchetti biodegradabili del reparto ortofrutta del supermercato (dato che non si potranno riutilizzare più volte) e limitare al massimo l'impatto ambientale:

‎ 1- non comprerò più nulla di nulla al reparto ortofrutta del ‎supermercato.

2- quando passo al reparto ortofrutta se mi necessitano, prendo qualche sacchetto biodegradabile e me li metto in tasca (si, hai capito bene, li rubo nel vero senso della parola!).

3- con i sacchetti biodegradabili rubati al supermercato andrò a fare la spesa sempre dal fruttivendolo sotto casa, utilizzandoli quante volte voglio.

4- quando i sacchetti saranno troppo sporchi per essere riutilizzati li userò per raccogliere l'umido per poi gettarlo nell'immondizia. E ovviamente lo potrò fare perché sul sacchetto non c'e' alcuna etichetta (dato che il fruttivendolo sotto casa fortunatamente non utilizza questo sistema)‎.

Fine. Ora potresti obiettare che si, tutto bene, ma perché rubi i sacchetti al supermercato? Costano solo 1 centesimo, potresti comunque pagarli‎ per poi usarli quante volte vuoi al fruttivendolo sotto casa. Vero, ma si perderebbe lo "spirito rivoluzionario" di tutto ciò! Se mi arrestano tu e gli altri di Contiamoci verrete a testimoniare che sono un bravo ragazzo. Ciao!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Nessuna obiezione Don! Vai tranquillo con lo spirito rivoluzionario che qua siamo di sicuro dalla tua parte, casomai fai un fischio se serve!

don_chisciotte
don_chisciotte

Grazie. Ah ah ah anche mio papà ha fatto il pensionato rivoluzionario oggi: mi ha detto che è arrivato alla cassa con un unico sacchetto ma con dentro tre tipi di frutta diversi e sul sacchetto tre etichette appiccicate. Mi sembra più che logico no? Ma la cassiera:."Mi dispiace signore, no, non si può fare"....ah come siamo diventati complicati! Per questo dico che è meglio tornare al fruttivendolo sotto casa.

don_chisciotte
don_chisciotte

Tra l'altro mi viene in mente (visto che abbiamo parlato di quanto sia importante l'igiene e la pulizia del reparto ortofrutta al supermercato) che mia zia aveva un negozio di alimentari nel piccolo paese della Liguria dove sono nato. Lei coltivava anche i campi e quasi ogni giorno nella mercanzia che proponeva in negozio, c'erano anche prodotti della sua terra. E la terra era anche inclusa nell'acquisto, nel senso che certamente lei lavava i pomodori, la lattuga, le carote, etc che coltivava prima di esporli per la vendita ma rimaneva sempre un po' di terra qua e là. E questo era il segno che i prodotti erano freschi. Quindi questa era una garanzia di qualità ma, se dovesse capitare oggi che troviamo un po' di terra negli alimenti del reparto ortofrutta del supermercato urliamo allo scandalo, identificando ciò come mancanza di igiene. Mancanza di igiene per un po' di terra? Ma cosa siamo diventati? Ricordiamoci quindi che questi prodotti vengono dalla terra e non vengono preparati in laboratorio (almeno per il momento...) e che troppa igiene fa male ai prodotti della terra (troppa igiene vuol dire anche troppi lavaggi, magari utilizzando anche prodotti appositi che forse non sono proprio ideali per la nostra salute). ‎

don_chisciotte
don_chisciotte

C'e' anche una polemica politica in corso, relativamente a questi sacchetti biodegradabili obbligatori e a pagamento. Sembra cioè che qualcuno si sia pagato la campagna elettorale con questa legge. Vero o falso non si sa, ma è sempre bene valutare tutte le ipotesi per farsi una propria opinione. Io intanto ieri sono andato al supermercato ma nel reparto ortofrutta non ho preso nulla (ad eccezione di n. 7 sacchetti biodegradabili che mi sono messo in tasca e che userò dal mio fruttivendolo di fiducia, come avevo spiegato sopra...).‎

Questa è la polemica:‎

La Novamont è l’unica azienda italiana che produce il materiale per produrre i sacchetti bio e detiene l’80% del mercato. Con l’entrata in vigore la legge, inizialmente, i sacchetti saranno venduti in media a 2 centesimi l’uno. Dagli studi, sembra che ne consumiamo circa 20 miliardi l’anno, con la previsione quindi di un business da 400 milioni di euro l’anno.

Il 15 novembre Renzi ha fatto tappa con il treno del PD proprio alla Novamont. Dopo aver incontrato i dirigenti a porte chiuse, all’uscita ha dichiarato ai giornalisti: «Dovremo fare ulteriori sforzi per valorizzare questa eccellenza italiana». A pensar male, avrebbe detto il suo antesignano Andreotti…

L’ex premier si difende su Facebook affermando che il Governo ha solo attuato la normativa europea. Ma si dimentica di raccontare tutta la verità. La direttiva 2015/720, recepita appunto dall’Italia con la legge 123/2017, non impone in realtà regole sui sacchetti leggeri, al contrario. Dice la direttiva: «Gli Stati membri possono scegliere di esonerare le borse di plastica con uno spessore inferiore a 15 micron (borse di plastica in materiale ultraleggero) fornite come imballaggio primario per prodotti alimentari sfusi»‎.

pratomagazine.it

effe
effe

Personalmente, non ho aspettato che fosse una legge a dirmi che i sacchetti di plastica sono un problema, da sempre uso i trucchi che "nascono adesso": incollo l’etichetta direttamente sul prodotto (per esempio, su zucche, cavoli, sedano, melone ecc., su parti che vanno comunque sbucciate/rimosse) oppure metto 2 prodotti nello stesso sacchetto. Nel mio caso, nessun cassiere si è MAI lamentato, anzi, dal 1° gennaio mi stornano l’1 centesimo (dei sacchetti non usati) dallo scontrino! Oltre ai sacchetti, ci sono infiniti altri modi di "risparmiare" (= non usare) la plastica: effederico.net

effe
effe

scusa, il link giusto è questo: effederico.net

effe
effe

Puoi incollare l'etichetta su un manico del sacchetto, ripiegandola a metà su se stessa. Prima di buttare il sacchetto nella raccolta compost/umido, rimuovi il pezzo di manico con l'etichetta e il gioco è fatto! (È vero, le etichette sono tossiche e vanno conferite nell'indifferenziata, chi ha scritto, votato ed emanato la legge dei sacchetti biodegradabile è un "genio". Questo è il problema: chi fa le leggi in Italia non ha alba di come si viva in Italia, perché, prendendo 20 mila al mese, non va a fare la spesa, manda i figli in scuole private, va in cliniche private a farsi curare e così via. Ovvio che, poi, le leggi italiane NON HANNO ATTINENZA con la realtà!!)

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Sì infatti faccio proprio così, ormai mi viene automatico: ho chiesto alle cassiere se fosse un problema per loro o per il lettore ottico, ma appunto nessun problema anzi lo consigliano per recuperare i sacchetti per l'umido.

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Ormai mi sono abituata e in qualche modo riciclo a casa ogni sacchetto del supermercato, solo ho notato, purtroppo (come del resto ho letto in vari siti, e come si temeva), un certo aumento di verdura/frutta impacchettata nella plastica. Vabbe', speriamo che prima o poi il buon senso aumenti. Però che anche i prodotti 'bio' ci vengano proposti 'implasticati' (vd. foto) è davvero un controsenso: dobbiamo svegliarci!!

don_chisciotte
don_chisciotte

Si, perché un prodotto (alimentare/cosmetico/etc) che all'origine e' "BIO", una volta impacchettato nella plastica inquinante diventa un prodotto commerciale non più biologico. Per questo dico sempre che la maggior parte dei prodotti BIO sono una presa in giro. BIO all'origine non basta‎. Chi produce e commercializza prodotti BIO dovrebbe saperlo. Chi non lo sa, o fa finta di non saperlo, prende in giro i consumatori, spacciando per BIO ciò che non lo è più, perché e' stato imballato in plastica NON BIO. Noi dobbiamo proprio svegliarci.

don_chisciotte
don_chisciotte

Se per fare la spesa si utilizzano le borse di stoffa‎ o qualsiasi altro tipo di borsa "ecologica" (cioè riutilizzabile), ho letto che andrebbero lavate spesso (io non lo faccio mai!!!) perche' si verifica una proliferazione di batteri all'interno delle stesse. Non so se mettendole in lavatrice i batteri muoiano. Mi conforta però che, pur non avendole mai lavate, non sono ancora morto e non mi sono ammalato per cui forse abbiamo anche degli anticorpi per questi batteri. Magari qualcuno ne sa più di me. 

merchemas
merchemas

Io (senza che mi vedano gli altri clienti) prendo i sacchetti che spesso buttano nella pattumiera dei guanti e li riutilizzo. Inoltre mi hanno regalato delle retine per fare la spesa e le porto al supermercato. Non vedo nessun problema nel mettere l'eticchetta direttamente sul frutto o verdure, dopo lo lavo.

oliver
oliver

un altro modo per evitare lo spreco del guanto di plastica - dato che in molti negozi sono effettivamente "obbligatori" - può essere quello di infilare la mano in un sacchetto e usare quello come guanto, dopo avere riempito gli altri sacchetti verrà utilizzato per contenere l'ultimo tipo di ortaggi o frutta scelto.. anch'io metto l'etichetta su quelli singoli a buccia dura, come i meloni, avocado o cavolo rapa.. e i sacchetti usati naturalmente li uso anche per la raccolta differenziata: plastica e vetro in quelli di plastica / organico in quelli biodegradabili...

d_276
d_276

Mah, io la frutta e la verdura la compro principalmente al mercato da un contadino che conosco e che coltiva a pochi chilometri dalla mia città; chiedo che non vengano usate buste di carta o di plastica ma che i prodotti vengano messi direttamente nelle buste riutilizzabili che mi porto da casa e/o nella cassetta che blocco al portapacchi della mia bici.

don_chisciotte
don_chisciotte

Questo è il massimo. Comprare la frutta e la verdura dal contadino, utilizzare i propri sacchetti riciclati, andare e tornare in bicicletta. Altro che auto, benzina, parcheggi, carrello della spesa, nuovi sacchetti, scontrini fiscali, gratta e vinci sul totale della spesa, buoni per la raccolta punti di oggetti inutili, tessera del supermercato, etc Bravo bravo bravo! (...o forse meglio, brava!)‎

paoinfo
paoinfo

attaccare lo"scontrino" sul'ortaggio non mi sembra tanto salubre... magari usare una busta unica per diversi tipi di ortaggi, mettendo più etichette sulla stessa busta si potrebbe fare (se quelli del supermercato non fanno storie).

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Bhè non credo che la colla dello scontrino faccia questo grande danno, n fondo lo attacchi per pochi minuti e quando vai a casa lo togli. E aggiungo se quelli del supermercato fanno storie, io cambio supermercato. Il bello è che siamo noi ad avere il potere d'acquisto e quello di cambiare le cose, basta solo esserne sempre più consapevoli.

effe
effe

ben detto, utilizzare lo stesso sacchetto per più articoli diversi è un'altra ottima idea, utile a ridurre il numero di sacchetti di plastica. personalmente uso più trucchi: attacco le etichette sui prodotti "compatibili" (grandi/uniti e, facoltativamente, con la buccia non commestibile, come zucca, banane...) così evito i relativi sacchetti; per gli altri prodotti cerco almeno di dimezzare i sacchetti, per esempio mettendo insieme prodotti con lo stesso prezzo al kg (varietà diverse di mele, peperoni ecc) oppure prezzo diverso (stampo più etichette da applicare al medesimo sacchetto). si può anche applicare le etichette su prodotti con la buccia commestibile, ci sono metodi naturali per eliminare sporco, batteri e pesticidi! (bicarbonato di sodio... no amuchine e porcherie varie...) è più sporca una mela lavata con acqua piuttosto che una lavata col bicarbonato alla quale era precedentemente applicato un adesivo...ognuno sceglie come comportarsi. ps. occorre mettere in pratica soluzioni che eliminino completamente i sacchetti (e gli imballaggi in generale) di plastica: ridurli va bene, ma è solo il primo passo...

picura80
picura80

che bello non essere l'unica "fissata"! pensa che se vai a londra, per esempio, i cetrioli sono imballati sotto vuoto uno a uno. mi stava venendo lo scoramento quando l'ho visto. ma contageremo il mondo con la nostra "follia"!

yliharma
yliharma

parzialmente fatta, nel senso che riutilizzo i sacchetti a casa per conservare le verdure in frigo (avvolte prima in carta), ma non avevo pensato a riportarle al super la volta successiva! Grazie!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Io i guanti che ho utilizzato per fare la spesa li metto in una scatola e poi li riutilizzo per lavori tipo giadinaggio, cambio lettiere ecc..., almeno avranno una doppia vita!

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