Fare amicizia con pazienti anziani in lunga degenza


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don_chisciotte don_chisciotte, 26/12/2014 — Qualche tempo fa mi ha madre e' stata ricoverata in ospedale per una frattura ed ha dovuto trascorrere un periodo molto lungo in ospedale per la riabilitazione. Si tratta della cosidetta lunga degenza e della RSA (residenza sanitaria assistita). Nell'ultimo periodo di degenza, fatta come RSA in una casa di riposo vicino a casa, durante le mie visite giornaliere avevo notato la presenza di un signore anziano che regolarmente passava per i reparti a visitare e salutare i pazienti. Sembrava che li conoscesse quasi tutti abbastanza bene. Costui era semplicemente una persona anziana che veniva a trovare i malati per sua volonta' e piacere. Il fatto che i pazienti affrontassero una degenza lunga gli consentiva piu' facilmente di fare amicizia con loro.

In questa struttura ospedaliera le persone anziane erano molto ben assistite dal personale e probabilmente a causa di questo ed anche del fatto che dovessero permanervi per lungo tempo, quasi nessuna riceveva visite giornaliere come mia madre (alcune dovevano aspettare una settimana per rivedere qualcuno della famiglia). Pertanto l'arrivo di questo visitatore spontaneo era sempre atteso molto volentieri. Forse questo signore lo faceva anche per sconfiggere a sua volta la solitudine ma di questo non ne sono certo, perche' non avevo approfondito l'argomento con lui. Pero' mi e' rimasta impressa questa sua Buona Pratica che possiamo anche noi mettere in atto se il tempo ce lo permette (mi riferisco per esempio a persone sole, pensionati, disoccupati, chi lavora part time, etc). So che esistono gia' associazioni di volontariato che svolgono questa opera ma possiamo farlo anche in maniera indipendente, come nell'esempio sopracitato, se abbiamo una clinica vicino a casa con pazienti di lunga degenza. Questo potrebbe essere un bel modo per fare del bene a...chilometri quasi zero!

Ovviamente ci vuole una certa sensibilita', soprattutto perche' si sta avvicinando una persona malata e sconosciuta. Ma mi e' sembrato di capire che quando una persona e' ricoverata e' molto propensa ad accogliere degli sconosciuti che vogliono il suo bene.

E c'e' un effetto benefico anche per chi dona e non solo per chi riceve. La persona sola si sentira' meno sola con tutti questi nuovi amici che gli vogliono bene. Il disoccupato potra' sollevarsi da una situazione di sconforto entrando in contatto con una realta' piu' dura di quella che sta vivendo e magari traendone qualche nuova opportunita' (perche' i pazienti poi tornano a casa, e potranno ancora aver bisogno di lui, instaurando cosi un rapporto di collaborazione nella forma di assistenza privata). Chi non ha nessun problema si sentira' meglio semplicemente per fare del bene al prossimo.

Io in questo periodo non ce la faccio proprio ad applicare questa Buona Pratica per vari motivi, pero' sto cercando, quando mi capita l'occasione, di fare amicizia con persone anziane o comunque di dare loro il mio ascolto e gia' questa e' una bella sensazione...una piccola Buona Pratica all'interno di questa piu' significativa.

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frabarenghi
frabarenghi

Davvero ammirevole; sono d'accordo, non lo sto mettendo in pratica e non posso prometterlo, ma mi dispiace di non avere tempo (e forza) per farlo perché lo trovo davvero bello e giusto!

don_chisciotte
don_chisciotte

Si Fra' hai ragione, e' ammirevole e per questo mi aveva molto colpito il gesto di quella persona ed ho pensato a questa Buona Pratica. Speriamo che qualcuno possa metterla in atto. Un abbraccio. Ciao!

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