Il contenitore delle uova comprate al supermercato si può tenere per riutilizzarlo quando capita di andare a prendere le uova sfuse dal contadino o anche nei piccoli negozi di quartiere
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gretagolia_granitas, 13/07/2012 — Praticamente non compro più frutta nè verdura che sia implasticata, nè con gli imballaggi di polistirolo. Se prorpio devo (es. yogurt, marmellate) preferisco il vetro a qualsiasi altro imballaggio. E prediligo le confezioni grandi, o lo sfuso (es. detersivi, cereali), o fare acquisti tramite un g.a.s. - gruppi di acquisto solidale.
Ultimamente insieme ad un gruppo di amici abbiamo iniziato a comprare il riso sfuso e anche la farina, facciamo un ordine grande fra di noi e poi dividiamo la spedizione.
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Il contenitore delle uova comprate al supermercato si può tenere per riutilizzarlo quando capita di andare a prendere le uova sfuse dal contadino o anche nei piccoli negozi di quartiere
16 esempi di come gli imballaggi inutili stanno riempiendo il nostro pianeta di rifiuti.
Un piccolissimo gesto anti-imballaggio (anche se non di cibo): tutte quelle scatoline vuote dei vecchi gioielli e simili regalati/comprati/ereditati, che stazionano nei cassetti perché non si sa mai... quando ci capita di dovere o voler comprare qualcosa (che non necessiti di garanzie ecc.) per noi (quindi non un regalo) o anche un regalo per chi sappiamo che della scatolina con la firma gliene importa meno di zero, possiamo portare da casa una di queste scatole evitando che il negoziante ne utilizzi un'altra nuova: io l'ho fatto e il negoziante mi ha ringraziato,"Tanto"- ha detto - "poi vanno subito buttate".
I fogli di carta ondulata che si trovano nei pacchi di alcuni biscotti o fette biscottate possono essere riutilizzati nel cassetto del frigorifero per appoggiarci le verdure (per raccogliere l'umidità in eccesso, anche quando le verdure sono nei sacchetti di carta).
Ho visto su un grande cartellone la pubblicità delle "Nuove Confezioni" della ditta Lattebusche. Praticamente la pubblicità non riguardava minimamente la qualità/convenienza/novità o prezzo dei prodotti ma semplicemente i nuovi involucri in cui sono contenuti gli stessi (ricotta, mozzarella, yogurt o latte non ricordo) per informare il consumatore di questo restyling degli imballaggi. In un certo senso quindi si pubblicizzavano solamente i nuovi imballaggi senza menzionare nulla relativamente ai prodotti che diventavano secondari all'interno del messaggio pubblicitario (solo si capiva di cosa si trattava perché si leggeva l'etichetta sulla confezione). Non c'era nessuno slogan relativamente ai prodotti in se, solo la scritta "nuove confezioni". Mi fa pensare molto questa cosa che le ditte investano in pubblicità per promuovere la nuova veste dei loro prodotti che sono gli stessi di prima ma hanno semplicemente cambiato imballaggio. Questo farebbe capire quanto le aziende tengano all'imballaggio e quanto i consumatori ne siano influenzati nei loro acqusti, facendosi "conquistare" dalle confezioni. Pubblicità dell'imballaggio!
SPESA AMICA DELL'AMBIENTE: BASTA IMBALLAGGI! Si chiama Negozio Leggero, è nato a Torino nel 2009 e oggi offre punti vendita anche a Roma, Milano, Cuneo, Asti, Palermo e addirittura Lugano. La gamma di prodotti offerti è più che vasta e spazia dal biologico ai prodotti tipici del territorio. Interessante sapere che, secondo uno studio, una famiglia di quattro persone che abitualmente decide di fare la spesa al Negozio Leggero risparmia fino a 100 kg di rifiuti l'anno. Volete cenare fuori? Nessun problema, dal 2012 a Torino è presente anche una Locanda Leggera, l'unico locale a rifiuti zero di Italia in cui è possibile gustare piatti preparati con materie prime locali, tutte provenienti dal Negozio Leggero. www.negozioleggero.it
Fonte:trnd.com
Sì è una figata di posto! Hanno praticamente tutto anche il dado vegetale sfuso. Gli spazzolini, le spugne. Per puoi portarti le tue bottiglie o usare le loro e riporti ti danno il reso. Ho persino comprato l'aceto sfuso!
Per associazioni, imprese, istituzioni scolastiche, gruppi o singoli cittadini: l’ottava edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), in programma dal 19 al 27 novembre 2016 focalizza l’attenzione su “come ridurre e riciclare correttamente gli imballaggi e favorire l’eco-design degli stessi” menorifiuti.org
Qualche giorno fa un amico che conosce e condivide i miei/nostri ideali mi ha mandato una foto per mostrarmi che al supermercato Ali' (ma probabilmente il discorso vale anche per tanti altri supermercati) sono stati utilizzati 4 imballaggi diversi per 6 olive ascolane acquistate nel reparto gastronomia. Praticamente:
Penso conoscano molto meglio le 'strategie di marketing' (nemmeno fossimo in guerra...), però nel 2012 avevano pensato ad una iniziativa per informare la Grande Distribuzione attraverso una comunicazione ai responsabili aziendali, con vari suggerimenti: greenbiz.it, quindi speriamo continui questa azione. Mi pare che i consumatori si adeguino facilmente a ciò che viene proposto (specialmente se diventa moda) per cui se continua la ricerca di materiali per l'imballaggio eco-compatibili e se viene proposta una buona scelta di prodotti sfusi, penso che prima o poi anche l'utenza si abituerebbe; e che l'eco-sostenibilità passi soprattutto attraverso la Grande Distribuzione in modo trasparente (non solo con intenti di 'falso-verde' lava coscienze ma poco verde, alla fine) penso sia la strada migliore per coinvolgere più consumatori possibili. Perché i gruppi d'acquisto e gli acquisti con gruppi ristretti di amici sono senz'altro ottime soluzioni, ma forse possono coinvolgere solo una piccolissima parte di persone (perché ci sono anche i 'timidi' che come sentono la parola 'gruppo' scappano, chi non ha amici interessati all'argomento, chi ha esigenze troppo particolari di alimentazione, chi deve rifornirsi con molta frequenza, gli anziani poco addentro a queste dinamiche di gruppo, ecc.): secondo me la maggioranza rimane legata ormai alla grande distribuzione per cui è proprio lì che dovrebbero cambiare in meglio le cose (nel mondo ideale almeno!).
I vasetti di yogurt di plastica, si possono riutilizzare.
Lavoro in una scuola professionale per l'agricoltura e insieme ai ragazzi con cui lavoro li raccogliamo e dopo averli lavati li utilizziamo come semensai. facciamo 3-4 buchini, li riempiamo di terra e ci seminiamo piante aromatiche o fiori.
In generale sono anch'io dell'idea che sia meglio il vetro... ma piuttosto che comprare altra plastica e in attesa che si fanno gli ordini di semensai di torba, mi sembra una buona soluzione
Scrivo anche qui una domanda che ho già fatto in un'altra buonapratica: i vasetti di plastica delle piantine fiorite e non, quando le piantine muoiono o quando poi è ora di trapiantarle a terra (una volta lavati), potrebbero essere utili ai vivai se riportati indietro o anche a queste scuole per l'agricoltura, evitando così di buttarli inutilmente?
Si secondo me portarglieli è una buona cosa. Ultimamente ho notato che i vasi di plastica hanno uno dei simboli delle 7 plastiche riciclabili. Se proprio non riusciamo a trovargli un altro uso, almeno sono fatti di plastica riciclabile.
perchè non provi a portarli nelle scuole materne? se trovi qualche maestra creativa trasformerà i vasetti in qualche fantastico "lavoretto"! :)
Grazie @Granitas e @Marzia, buona idea: proverò prima alle materne poi all'IPSAA .
Io però scelgo un prodotto ANCHE in base alla riciclabilità/differenziabilità degli imballaggi. Non credo che le nuove confezioni Lattebusche riguardassero questo aspetto, ma se così fosse mi sembrerebbe un fatto positivo. Quando leggo sulle confezioni che l'incarto va nell'indifferenziato, scrivo all'azienda chiedendo perchè non utilizzino imballaggi differenziabili e riciclabili, così faccio sentire la voce di chi si pone anche il problema dei rifuti dopo il consumo. Comunque in un corso di marketing dell'Industria Agro-alimentare, ho imparato che la competitività sul mercato può essere basata non solo sull'innovazione di prodotto, ma anche semplicemente su un diverso imballaggio, una nuova confezione "più pratica" ecc. Quando la Latte Sano di Roma aggiunse il tappo di plastica sul tetrapak, scrissi per lamentarmi del rifiuto inutile che così si generava, e mi risposero che così "era più comodo versare il latte", ma poi aggiunsero che siccome quest'innovazione era stata già fatta dalla centrale del Latte, loro erano quasi obbligati ad adeguarsi per non essere discriminati dai consumatori. Perché i consumatori sono stupidi, secondo loro.
Ciao Paolina, grazie per il tuo contributo. Ricordiamoci però una cosa importante che riguarda gli imballaggi. NON SONO GRATUITI! Quando compriamo qualsiasi prodotto imballato (alimentare o non) il costo dell'imballaggio ricade sulle nostre tasche. Quindi noi compriamo un alimento od un oggetto ed una percentuale della nostra spesa finisce subito tra i rifiuti. Che poi venga differenziato o meno poco conta per le nostre tasche. Conta solo per l'ambiente ed è certamente importante, ma noi abbiamo praticamente pagato un rifiuto! Pensiamo bene a questa cosa. Se si fa il conto degli imballaggi gettati quotidianamente uscirà una cifra altissima di spesa annuale per ciascuno di noi. Quindi oltre ad essere una fregatura ambientale gli imballaggi sono anche una fregatura economica. Sono dei rifiuti in vendita!
Già ... però qualche cliente lo perdono comunque: anch'io prendevo un latte in cartone prodotto nella mia zona, a cui poi hanno applicato il tappo svitabile (che di per sé è comodo, non si può negare), ma è talmente ancorato al tetrapak che per toglierlo bisogna armeggiare parecchio con un coltello (non si toglie facilmente come per i succhi di frutta, perciò penso che in molti casi verrà gettato con il tappo), e quindi alla fine non prendo più quello ma un'altra marca sempre locale, nel semplice cartone che si può buttare nella carta, secondo l'indicazione scritta (e prima o poi glielo devo scrivere anch'io, anche se non servirà a nulla, dato che ormai mettono i tappi svitabili ovunque: speriamo ce li risparmino almeno sulle confezioni di panna da cucina!).