Divieto di abbreviazione...per certe parole


zona etica buon senso educazione

don_chisciotte don_chisciotte, 14/11/2014 — Oramai oggi ci siamo abituati alle abbreviazioni della lingua scritta, in particolare relativamente ad e-mail e messaggi telefonici ("sms"...appunto!). Ma ci sono parole e frasi che, per l'importanza del loro significato, a mio avviso non dovrebbero MAI essere abbreviate. Perche' la comodita' dell'abbreviazione e il tempo di scrittura risparmiato non sono in sintonia con il messaggio che tale parola o frase dovrebbe trasmettere. 

Per fare un esempio, se una persona mi scrive e poi mi ringrazia, preferirei "grazie" piuttosto che "grz" e se mi deve dire "ti voglio bene" e' fuori dubbio che desidererei la frase per esteso che "TVB". Ecco, credo di essermi spiegato e aggiungo: una Buona Pratica di Contiamoci (con tanto di lettere maiuscole!) dovrebbe rimanere tale e mi piace molto meno quando diventa una "bp". A buon intenditore poche parole...Ciao!   

Comincia subito il tuo diario delle buone pratiche green.
Dai il Contami e migliora goccia a goccia le tue abitudini.

Lascia un commento

Che cose ne pensi?
Accedi o iscriviti per commentare.

don_chisciotte
don_chisciotte

Nel processo di riappropiazione della nostra cara lingua italiana, pur accettandone l'evoluzione, c'e' anche quello (come gia' accennavo in altro commento) del rifiuto dell'eccessivo utilizzo di termini in lingua inglese, sopratutto per definire il ruolo professionale di una persona. Perche' fa "molto figo" per esempio, definirsi sales representative anziche' rappresentante commerciale. Oggi per esempio ho ricevuto una mail da un tizio dottor tal dei tali che si definisce "Risk & Environmental Manager". Ma io sono libero di non capire cosa fa questo tizio oppure devo per forza fare un corso per impararmi i nomi di tutte le professioni in inglese? Questo signore non potrebbe usare questo termine solamente quando fa della corrispondenza con l'estero e usare l'italiano quando si rivolge ai conterranei? Anche perche' veramente corre il rischio che non si capisca che lavoro faccia! Ed io infatti, che non mi ritengo proprio ignorante al 100% in inglese, non l'ho ancora capito...

E se il mio collega di Milano mi informa che il concerto di Vasco a San Siro e' "sold out" devo rispondergli "thank you" o "grazie"? Cosa cambia fra dire "sold out" e "tutto esaurito"?

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

... no, se ti dicono che il concerto di Vasco è "sold out" tu devi dire "Damn!" :) ... comunque è verissimo: tutti 'sti termini inglesi per le professioni hanno rotto le scatole, per parlare terra terra.

don_chisciotte
don_chisciotte

Ah ah hai proprio ragione! Oggi sono stato contattato dal Corporate Gift Manager Italy di una prestigiosa azienda austriaca. Sapete cosa vuol dire? Che questo signore, che è italiano, e' il direttore per l'italia di questa azienda relativamente al settore "regali per i migliori clienti delle aziende". Ci ho messo un po' per tradurre in italiano il suo ruolo che così suona ancora peggio. Ma se si presentava come un semplice responsabile commerciale non era meglio? Usate la nostra lingua cari (finti) manager (ooops direttori, capi, etc) italiani!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

E sarebbe meglio sì! (se volete sorridere un attimo, proprio di questo parla questa brava attrice - A. P. Safonov- in questo breve video youtube.com )

don_chisciotte
don_chisciotte

Fantastico! E' bravissima davvero questa attrice. Grazie!

don_chisciotte
don_chisciotte

E fatalità (macche fatalità, ormai è all'ordine del giorno...) proprio ieri ricevo una e-mail in cui si leggeva questa frase:"Uno degli elementi cruciali del nostro sviluppo è imperniato sulla comunicazione alla nostra clientela, rendendo il B2C attuale di maggior appeal, con contenuti di valore e stabilmente aggiornato". Mi sono chiesto cosa sarà mai il B2C ed ho scoperto che significa "business to costumer" che in italiano si riferisce ‎al rapporto di commercio‎ che si instaura tra un'azienda ed il consumatore‎. Quindi dall'espressione italiana "rapporto tra azienda e consumatore" siamo passati alla traduzione in inglese "business to costumer" ed alla sua simpatica abbreviazione B2C (non BtoC, ma B2C che è più trendy...). Dite la verità che questo B2C fa molto più "figo" della dicitura in italiano, Solo il fatto che uno che legge non sappia cosa significhi rende il tutto più professionale, misterioso, robe da economia di alto livello, etc e invece stiamo girando intorno ad un concetto fondamentale dell'economia vecchio tanto quanto il sistema stesso.

silvana_francesca
silvana_francesca

Anch'io non sopporto abbreviazioni e faccine. Io uso la sintesi, ma con le parole scritte per esteso. Se no mando una mail, o telefono. Se non voglio essere fraintesa: telefono. E poi, che fine ha fatto la punteggiatura? A volte leggo lunghi messaggi senza una virgola o un punto. Oppure scritti tutti in minuscolo. Usiamo le maiuscole quando ci vogliono! Dopo i simboli di punteggiatura ci vuole uno spazio. Rileggiamo quello che scriviamo, non affidiamoci passivamente al T9! Una mia amica mi ha detto: "Sai, io mando gli sms di getto, senza rileggerli" E' così che ho capito perchè mi scrive quasi sempre delle cavolate! Esagero? Scusate, ma anch'io sono una feticista della parola e della scrittura

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

T9? È un treno? ... Scherzi a parte avete ragione: maiuscole dove servono e punteggiatura sono sacrosante! Pure io sono molto attenta alle parole e devo dire che col telefono odio scrivere messaggi e mail perché non so fare le lettere accentate (e non mi piace scriverle tutte con l'apostrofo) e comunque trovo che i tasti siano troppo piccoli e mi esce sempre la lettera accanto a quella che voglio... quindi se posso aspetto di usare il computer e lì sono tranquilla (poi gli errori e le castronerie abbondano comunque, ma in questo caso dipende dal mio poco fosforo... per esempio so che quando avrò inviato questo post, già riletto più volte, solo dopo l'invio troverò l'inevitabile refuso, capita soltanto a me?); in ogni caso la parola scritta è qualcosa di potente e soprattutto rimane quindi bisogna starci molto attenti, pena la vergogna eterna (ogni volta che ci rileggiamo e ci rileggono)! Però alle faccine non so rinunciare :)

don_chisciotte
don_chisciotte

Oltre alle abbreviazioni da evitare ci sarebbero anche i modi di dire troppo legati alla societa' dei consumi / lavoro che dovremmo cominciare a cambiare. Forse si potrebbe anche creare una Buona Pratica specifica con una serie di esempi. Tanto per dirne uno, avete mai pensato quanto brutto sia, quando una persona perde il lavoro, dire:"e' rimasta a casa". Sembra che oltre al lavoro, non ci sia altro nella vita e che uno debba rimanere a casa a deprimersi. Si potrebbe invece dire:"al momento non e' inserito nel deprimente ciclo produttivo e non e' quasi mai a casa perche' si fa delle belle passeggiate nel parco ad ascoltare i suoni della natura che aveva dimenticato"...ho esagerato, eh?!

don_chisciotte
don_chisciotte

Ora mi viene in mente che ogni tanto si dice anche "essere a spasso" quando non si trova lavoro e anche questa espressione non e' un granche' perche' e' sinonimo di "non fare nulla" quando invece si possono fare molte altre cose interessanti quando non si lavora.

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

...hai esagerato? Eh eh eh, forse sì, un po'... "restare a casa" non vuol dire che uno si deprime per forza, secondo me, ma vuol dire che uno non va a lavorare fuori casa: mi pare più bello di "disoccupato" che proprio non lascia spazio all' idea di altre occupazioni (ma chissà perché proprio questa espressione ti è venuta in mente?!) per non parlare dell'orribile "casalinga" (anche se poi all'atto pratico è la stessa cosa), se ci riferiamo a una donna, vocabolo che porta su di sé decenni di pregiudizi e contraddizioni irrisolti; insomma "restare a casa" mi pare un dato di fatto senza grandi accezioni negative nel senso (ma sicuramente pratiche e psicologiche reali, quello sì), soprattutto se lo dice di sé chi a casa ci rimane e non glielo dicono gli altri. In ogni caso, "peace and love", a proposito di modi di dire... :)

don_chisciotte
don_chisciotte

Mi e' sovvenuta l'espressione "rimanere a casa" perche' l'ho (ri)sentita nominare da una signora al bar che raccontava le vicissitudini lavorative di una amica. Ma lo ha fatto con un'enfasi talmente forte, che lasciava trasparire chiaramente un senso di vergogna/paura etc che mi ha colpito. E cosa avra' mai fatto di male una persona che e' rimasta senza lavoro?!!! Vai col "Peace and Love" Ire!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Ahahah... sempre (paceeamore)! (Comunque quell'enfasi parlando di un uomo non l'avresti sentita, mentre per la donna: "e se lavora però i figli chi li guarda, e se non lavora però i figli viziati... ", pietre in ogni caso... - e parlo per esperienza). Ciao!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Domanda scema: e delle faccine (queste :D e simili) cosa ne pensate, in generale? servono per dare una specie di intonazione alla frase o vi fanno venire il nervoso e basta?

don_chisciotte
don_chisciotte

Ovviamente io non utilizzo le faccine. L'unica che puo' avere un senso secondo me e' quella piu' utilizzata del "sorriso" per far capire l'intenzione scherzosa della frase (che magari in un contesto scritto puo' essere travisata), ma basterebbe scrivere "sto scherzando!". Tutto dipende sempre da come uno si abitua con queste diavolerie...certo e' che, estendendo il concetto ad un'analisi piu' generalizzata, fino a qualche anno fa il nostro tempo era impegnato in maniera diversa e forse piu' produttiva che inserire faccette in un "sms"...oops scusate, in un messaggio telefonico.

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Grazie per aver risposto. Però un sorriso :) non vuol dire sempre "sto scherzando", vuol dire che sto dicendo le cose sorridendo cioè senza durezza, mentre questa :D vuol dire che sto ridendo bonariamente, invece se scrivo" ahahah!" potrei anche interpretarlo come una risata ironica, insomma si tratta di sfumature. Sarà che io ho sempre il terrore di essere fraintesa ma penso che senza esagerare queste facce possano aiutare nella comunicazione scritta "veloce" (nei contesti giusti, ovviamente), sempre per aggiungere qualcosa alla comunicazione stessa, non per sbrigarsela con un disegnino al posto delle parole. O forse sono solo ausili per i più insicuri (sto sorridendo!).

don_chisciotte
don_chisciotte

E' proprio per questo che io dico sempre che sarebbe sempre meglio telefonare che mandare messaggi di posta elettronica e messaggi telefonici e spesso anche per questioni di correttezza e rispetto. Per esempio io non mando mai messaggi per augurare buon compleanno, telefono sempre...ma qui sconfiniamo in altri territori le cui tematiche sono gia' state sviscerate in altre Buone Pratiche di Contiamoci. Ciao!

pollon74
pollon74

Hai davvero ragione, le abbreviazioni non le sopporto, specialmente quando lo spazio a disposizione per scrivere è illimitato. L'unica abbreviazione che ho mai usato in vita mia è "cmq", ma ho smesso :) Poi posso quasi capire le abbreviazioni di parole lunghe, ma perchè scrivere "nn" o "xò"?

spring2013
spring2013

A volte le abbreviazioni sono talmente ridotte da essere incomprensibili... La comunicazione per sms è già così difficile, perché non sentiamo/facciamo sentire l'intonazione, non possiamo mostrare/vedere la mimica facciale: almeno scriviamo le parole per intero! E poi ormai qualunque editore di testo ci aiuta nella scrittura proponendoci le parole che secondo lui (esso!) staremmo scrivendo: usiamolo, con attenzione per non scrivere stupidaggini imbarazzanti, ma usiamolo! Abbiamo una lingua meravigliosa, ricca di termini che sono in grado di descrivere ogni esperienza in tutte le sue sfumature, non dimentichiamola! Scusate, sono una feticista della parola...

don_chisciotte
don_chisciotte

Ciao Spring2013. Io saro' anche strano ma mi sembra che a volte (anzi spesso) ci sia incomunicabilita' tra le persone perche' troppa e'...la comunicazione!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

E' vera questa cosa (purtroppo): siamo "immersi" nella comuncazione ma "comunichiamo" in senso vero pochissimo, spesso si potrebbe definire comunicazione "apparente".

don_chisciotte
don_chisciotte

Purtroppo sono costretto ad avvallare questa teoria della "comunicazione apparente". Esempio pratico: anni fa quando dovevo invitare un cliente ad una presentazione di prodotto bastava una telefonata, la persona mi dava la sua disponibilita' oppure no o eventualmente si riservava di darmi una risposta entro breve. In caso di accettazione era la persona stessa che avvisava se sopravveniva un imprevisto all'ultimo momento e non poteva piu' venire, liberando cosi il posto per qualcunaltro che io avevo il tempo di contattare. Quindi io facevo al massimo una o due telefonate. Ora invece funziona cosi: devo mandare l'invito via e-mail. Devo chiamare il cliente per chiedere se ha ricevuto l'invito (e nel 50% dei casi la mia e-mail si e' persa in mezzo alle altre, non l'ha ricevuta, non l'ha vista e devo quindi rimandare l'invito via e-e-mail). Quindi se ha ricevuto l'invito e lui conferma la sua disponibilita' a partecipare gli dico di mandarmi la conferma via mail. Spesso pero', a seguito di un'accettazione telefonica, non mi perviene l'accettazione via e-mail e devo nuovamente richiamare (o rimandare una mail) per sollecitare l'invio della conferma. Infine, siccome quasi piu' nessuno avvisa se non puo' piu' venire dopo aver dato la conferma, il giorno prima della presentazione sono costretto a richiamare tutti coloro che hanno aderito per ricordare loro dell'evento del giorno dopo (e spesso capita che qualcuno mi dice che se ne era dimenticato e/o che non puo' piu' venire e quindi devo fare altre telefonate per invitare altri all'ultimo momento per non buttare al vento i posti prenotati per l'evento). Ecco come si e' evoluta la nostra societa' con la tecnologia ed anche, dira' qualcuno, con l'estinguersi della buona educazione e correttezza...mentre una volta me la cavavo con una, massimo due telefonate adesso devo farne almeno tre ed inviare due o tre e-mail. Certo chi ha iniziato a lavorare da poco non si accorge di questi cambiamenti perche' convive da subito con un sistema "perverso", chi invece ha un po' piu' di esperienza lavorativa e fa i confronti con il passato nota queste differenze con il passato recente. Scusate se sono uscito dal tema specifico della buona pratica, rimanendo pero' in quello generale della comunicazione.

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

"e nel 50% dei casi la mia e-mail si e' persa in mezzo alle altre, non l'ha ricevuta, non l'ha vista ... ": nella mia esperienza posso tranquillamente portare all'80% quelle probabilità, una disperazione, sto pensando di passare ai segnali di fumo!!

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

alzo la percentuale al 90%(purtroppo) e lancio un appello planetario: rispondiamo a chi ci invia una mail per lavoro, ma anche non per lavoro (che non sia spam ovviamente)! altrimenti si creano delle incomprensioni mostruose e la figura che fa quello che non risponde è davvero pessima (e la scusa "ma come, non l'hai ricevuta!" ... è vecchia!!).

spring2013
spring2013

Come a dire... un bel tacer non fu mai scritto! Sono d'accordo. Silenzio, sguardi, profumi...

don_chisciotte
don_chisciotte

Ed ora mi sento meno "strano" di quando avevo scritto questo post, tre anni fa. Questo è ciò che leggo nel libro "Le nuove dipendenze - riconoscerle, capirle e superarle" di Claudette Portelli / Matteo Papantuomo (edizioni San Paolo 2017): "...mai come ora vi sono così tanti mezzi di comunicazione. Eppure, andando in giro, sembra di essere sempre di più in un mondo di ‎persone isolate, chiuse nel loro bozzolo. Camminando per strada pare di essere circondati da tanti automi, seduti intorno allo stesso tavolo senza parlare e senza guardarsi, si sta a testa bassa a guardare la "scatola nera" che si ha tra le mani. Sono alcuni degli effetti della tecnologia. Questa è comunicazione? Affrontando il tema con l'ingegnere informatico Maurizio Naldini, esperto in nuove tecnologie, e' emerso che all'Homo sapiens e' come se mancassero le capacità per gestire la tecnologia che egli stesso ha inventato, e' come se la tecnologia non fosse più "a misura d'uomo" e fosse "sfuggita di mano" evolvendosi troppo rapidamente. Come sostiene Kraut (1998), talvolta, si crea il paradosso che la troppa comunicativita' porta all'incomunicabilita'". 

Questo ultimo passo corrisponde esattamente alla mia affermazione qui sopra di tre anni fa, il che un po' mi rincuora, nel senso che forse non sono solo un paranoico fissato con questi argomenti come potrebbe sembrare...

‎il testo poi prosegue cosi:"Internet, uno strumento progettato per connettere le persone, sembra che in realtà le stia disconnettendo, allontanandole dalle famiglie e dagli amici. Che ne abusa si isola, fino ad arrivare addirittura a soffrire di solitudine e di depressione. Quando si preferiscono i social media alle persone reali, quando non si riesce a frenare l'esigenza di controllare e-mail, Facebook, messaggi WhatsApp, si può cominciare a parlare di dipendenza da Internet o Internet Addiction Disorder (IAD)." ‎

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Beh, le abbreviazioni sono bruttissime, è vero, scrivere come "generatori di codici fiscali" è quanto di meno "comunicativo" ci possa essere; le parole vanno scritte nella loro interezza, giusto: uno dei pochi casi dove meno non è per forza meglio; (per le maiuscole a certi nomi comuni invece non sono d'accordo, trovo che le minuscole siano più... egualitarie, un po' come dare del tu insomma... ma sono solo questioni di forma).

sistrall
sistrall

Questa cosa delle parole abbreviate arriva da molto prima di email e sms: non so quante "Sig.ra" ho visto in vita mia! E per cosa? Risparmiare una lettera! Per me cercare di scrivere correttamente — con i limiti del non essere uno scrittore di professione — è una questione di ascolto di me stesso e di rispetto e, in un certo senso, di empatia per chi leggerà.

Siamo finiti a parlare di argomenti simili qualche giorno fa con un collega torinese: ha raccontato un caso di abbreviazione apparente che mi ha fatto molto sorridere. Ha raccontato di un cartello stradale dove "Pino Torinese" è stato abbreviato "P.no Torinese"!

don_chisciotte
don_chisciotte

Ciao Sistrall, certo si potrebbe fare una bella lista di tutte le abbreviazioni inutili. Partire da se stessi e' il primo passo. Per esempio io nelle e-mail confidenziali abbreviavo Il mio nome e trasformavo "grazie" in "grz". Poi c'e' chi si firma solo con l'iniziale e quindi "Ciao Andrea" diventa "Ciao A." etc Anche l'utilizzo eccessivo di termini stranieri, in particolare di lingua inglese, sarebbe da limitare (soprattutto quando esiste la corrispondente parola in italiano). Ma questo non e' semplice perche' credo faccia parte della naturale evoluzione e contaminazione del linguaggio. Ma le abbreviazioni inutili possiamo evitarle!

Iscriviti con Facebook

Accedi con Facebook

Spunta la casella per accettare termini e condizioni.

Iscriviti con email e password

Accedi con email e password

Recupera la password

Se non ti ricordi la password inserisci il tuo indirizzo email. Riceverai un'email con un link per sceglierne una nuova.

{{ errors.first('authentication') }}
{{ errors.first('email') }}
Inserisci l'email
Hai inserito un email non valida
Inserisci una password
{{ errors.first('username') }}
Scegli un nome utente
Massimo 20 caratteri: maiuscole, minuscole, _ e numeri. No accenti, no spazi.
{{ errors.first('username:server') }}
Inserisci una password
{{ errors.first('password:server') }}
Ripeti la password per confermarla
Ripeti la password per confermarla
Spunta la casella per accettare termini e condizioni.
{{ errors.first('recaptcha') }}

Trattamento dati

Usando Contiamoci consenti ai titolari del sito di trattare i tuoi dati personali. Trovi tutti i dettagli nella privacy policy. Per comodità, riassumiamo così: tratteremo i tuoi dati con molta, molta cura, li useremo per far funzionare al meglio Contiamoci e non li rivenderemo nè li cederemo a nessuno.