Farsi domande sugli oggetti che ci circondano


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humakeit humakeit, 11/02/2016 — Siamo circondati da materiali ed oggetti di ogni forma e colore. Ogni giorno utilizziamo “cose” di cui molto spesso ignoriamo l’origine e gli ingredienti che le compongono. Lo sapevi, ad esempio, che i telefoni in uso negli anni ‘60 erano più ecologici degli smartphone moderni? Il telefonino che hai in tasca, infatti, contiene più di 30 materiali considerati “critici”, cioè scarsissimi in natura, non rinnovabili e provenienti da paesi lontani spesso in guerra. E il telefono vintage del ‘55? Quello non conteneva alcun materiale critico.

Per poter avere uno stile di vita all’insegna della sostenibilità, diventa sempre più importante iniziare a porsi alcune semplici domande. Da dove nascono gli oggetti? Come vengono estratti e prodotti i materiali che li compongono? Qual è la loro “impronta ecologica”? Quando termina la loro “vita”? Cosa se ne fa dopo? Com’è possibile riutilizzarli? Esistono delle alternative?

Gli oggetti, insomma, sono la sintesi di relazioni uomo-natura dagli impatti più o meno positivi sugli ecosistemi ambientali, economici e culturali. Osservarli con la lente di ingrandimento - indagando sulla materia di cui sono composti, la loro provenienza, la filiera produttiva, le ricadute sociali, il costo energetico etc - è una buona pratica che ci permette di diventare consumatori attivi, critici e consapevoli. La storia delle cose è anche la storia dell'uomo (e viceversa): riappropriarsi degli oggetti materiali, renderli più efficienti ed ecologici e infine trasformarli (invece di gettarli subito nel cassonetto!) valorizzandone le potenzialità è un segno di civiltà

illustrazione: Viola Gesmundo

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frabarenghi
frabarenghi

Cito qui nuovamente "La storia delle cose" di Annie Leonard, che trovate facilmente su youtube: un filmato eccezionalmente chiaro, sintetico e anche simpatico che contiene riflessioni cruciali sul tema

irene70 - disiscritto
irene70 - disiscritto

Appena ho letto questa pratica mi è venuto in mente un libro utilissimo prorio in questo caso (che avevo letto tempo fa): "Confessioni di un eco-peccatore - Viaggio all'origine delle cose che compriamo" di Fred Pearce (Edizioni Ambiente, 2008) con prefazione di Luca Mercalli, riporto dalla quarta di copertina: "Cibo, abiti, telefoni, computer, giocattoli, aerei, automobili [...] di rado però ci fermiamo a considerare il fatto che ognuno di questi prodotti ha una storia [...] e che questa storia è spesso intrecciata con sovrasfruttamento delle risorse, inquinamento e ingiustizie sociali [...] se è vero che avidità ed egoismo sono diffusi a ogni latitudine, è altrettanto vero che la creatività e la determinazione di milioni di uomini e donne riescono a infondere ottimismo anche al più scettico degli eco-consumatori."

humakeit
humakeit

Grazie irene70, parole saggissime quelle di Mercalli! Noi di Humake.it lavoriamo affinché la creatività, insieme a un atteggiamento collaborativo, abbiano la meglio sull'egoismo e l'avidità. Nel frattempo, non perderemo occasione di leggere in libro che ci hai consigliato :)

don_chisciotte
don_chisciotte

Ciao grazie per questa tua Buona Pratica! Davvero interessante e significativa sotto sotto tutti gli aspetti. Ovviamente molto (ma molto) impegnativa. La sua naturale estensione potrebbe essere quella di chiedersi anche "come funzionano le cose" perche' nella maggior parte dei casi utilizziamo gli oggetti senza sapere come avviene il processo che porta ad un determinato risultato (per esempio quando spingiamo il dito su un qualsiasi interruttore...). Ed anche questo potrebbe aiutarci a capire tanti altri fenomeni di cui ignoriamo l'esistenza ma che ci circondano quotidianamente. Ciao!

humakeit
humakeit

Ciao don_chisciotte, grazie per il tuo commento! Senza dubbio l'osservazione dei materiali degli oggetti va di pari passo con quella del loro funzionamento. Mi viene in mente, a questo proposito, il lavoro importantissimo fatto da The Restart Project sugli oggetti elettrici ed elettronici: imparare a capire come funzionano frullatori e pc, "aprendoli" letteralmente per vederne gli ingranaggi, ci permette di ripararli una volta rotti e, anche qui, allungargli la vita e risparmiare sui rifiuti! Info: therestartproject.org

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