Fare fatica per fare bene vs fare azioni ecologiche dovrebbe essere più semplice


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gretagolia_granitas gretagolia_granitas, 30/06/2020 — Sono giorni che faccio delle riflessioni che vorrei condividere con voi visto che mi capita spesso di sentire l'affermazione che dovrebbe essere più facile fare la raccolta differenziata e che fare azioni ecologiche è troppo complicato e faticoso.

Però mi chiedo: "perché fare fatica per far carriera, avere successo, ottenere una laurea, mettere i soldi da parte per un viaggio, sono cosa che accettiamo e invece fare fatica per fare la spesa in un posto più lontano ma più equo, o scegliere acqua in vetro invece che in plastica, o fare fatica nel fare una spesa senza imballaggi, mangiare meno carne non vengono considerati atti da fare con un tot di fatica?

Non ho risposte ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Non cerco colpevoli ma mi interesserebbe capire come mai molte persone fanno un pensiero del genere.

Non ho risposte ma mi piacerebbe un confronto. A voi è mai stata fatta un'obiezione del genere? Grazie a chi contribuirà al dibattito!

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don_chisciotte
don_chisciotte

Le persone in generale sono abitudinarie e soprattutto, nella società in cui viviamo, comodiste. Esempio semplice: ora che ti sei abituato ad avere l'aria condizionata in auto non ti sfiora più nemmeno l'idea di poterne fare a meno, anzi ora tieni il motore acceso anche quando sei in sosta, per startene al fresco. I cervelli si atrofizzano, le persone si uniformano nei comportamenti generando un clima soporifero in cui tutto sembra normale, perchè è ciò che fanno tutti. Ma non è segno di salute mentale essere ben adattati ad una società profondamente malata, e tutti noi sappiamo che è malata, anche gli adattati dovrebbero saperlo. Una società che offre riconoscimenti, lauree e diplomi, avanzamenti di carriera, etc tutti aspetti che gratificano la persona perchè gli altri vengono a farti i complimenti, riconoscono il tuo impegno, valutano economicamente il tuo traguardo con maggiori remunerazioni. Tutto ciò non avviene se fai azioni a favore dell'ambiente, nessuno ti premia, con le parole e con i fatti. La soddisfazione, lo sappiamo noi, è prima di tutto personale. Alla maggior parte delle persone interessa essere gratificate, avere una "posizione", il resto è secondario, principalmente perchè il sè ecologico si è addormentato o, non si è mai risvegliato in loro. Non sono connesse con la Natura e l'ambiente. È semplice ma allo stesso tempo è complicato farlo capire. Ne abbiamo parlato tante volte...

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

Ok, rispondo in modo volutamente provocatorio per portare avanti la discussione: secondo te se le persone avessero dei riconoscimenti sulle azioni ambientali che attuano le cose cambierebbero? Per esempio?

Hai mai ricevuto un obiezione sulla fatica? Se sì come rispondi?

don_chisciotte
don_chisciotte

Magari, ma in questo caso purtroppo i riconoscimenti non servono, almeno per il momento. L'unico modo per costringere le persone a fare fatica (come dici tu) per comportarsi eticamente dal punto di vista del rispetto dell'ambiente è quello di sanzionare di brutto. Per esempio non ho mai sentito di nessuno che ha preso una multa perchè ha gettato un mozzicone di sigaretta per terra. Sicuramente sarà accaduto, ma nessuno mi ha mai raccontato che è successo a lui, un amico o conoscente. Se i vigili cominciassero a fiondare multe come si deve, e come sarebbe giusto (dato che se hanno emanato una legge dovrebbe essere applicata), vedi che la smetterebbero. Ma io spesso vedo anche carabinieri che fumano e gettano la cicca a terra.

Nessun riconoscimento purtroppo può far cambiare le cattive abitudini delle persone in questo senso.

Obiezioni ne ho ricevute, ma più che altro domande sul perchè mi comporto in un certo modo piuttosto che nel modo "normale" (che sarebbe troppo impattante per me). Rispondo in maniera personale, che so di fare la cosa giusta, che non voglio sentirmi colpevole per tutto ciò che sta accadendo e che accadrà alla Terra, che non basta dire "la società è così e bisogna adattarsi" perchè la società siamo noi, la società è fatta di uomini, ed un uomo è dotato di un cervello, che purtroppo oggi spesso non usa perchè lascia che sia qualcun'altro ad usarlo al posto suo.

Comunque ragionando con calma e facendo degli esempi intelligenti e concreti, avendo come interlocutori persone a loro volta intelligenti ma solo "assopite", qualche risultato si ottiene. Per esempio ieri mattina ho convinto una mia amica, sposata con due figlie, a smetterla con l'acqua in bottiglie di plastica. A pranzo mi ha mandato la foto della caraffa con l'acqua del rubinetto messa sul tavolo...

fabiovaleri
fabiovaleri

Condizionamenti mentali con cui siamo cresciuti e di cui ci siamo nutriti più o meno consapevolmente.

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

A quali condizionamenti ti riferisci in questo esempio sulla fatica?

A te è mai stata fatta una obiezione del genere?

frabarenghi
frabarenghi

Ti leggo e nella mia mente si formano le parole "edonismo reaganiano".

Ma anche il pensiero che attualmente le esistenze siano stracolme (se di contenuti o di illusioni/distrazioni dipende dai singoli) e che quindi non resti tanto spazio per un pensiero sistemico, nonostante l'evidenza della sua necessità.

gretagolia_granitas
gretagolia_granitas

A te è mai stata fatta una obiezione del genere?

Dimmi di più su "edonismo reaganiano" non ne so nulla.

La questione delle esistenze stracolme mi incuriosisce, potrebbe essere di fatto una spiegazione alla fatica. Che soluzioni potremmo pretendere, o proporre?

E che risposta dare a chi ci parla di fatica?

frabarenghi
frabarenghi

marilenacremaschini.it

Non so se funzioni il link, ma era quello che intendevo

frabarenghi
frabarenghi

Tanti mi fanno questa obiezione: mi guardano come un'idiota masochista, perché si chiedono cosa mi faccia desiderare una vita "scomoda" quando sembra sia un diritto naturale quello della comodità" a costo di far fuori il pianeta. E mia figlia, e i miei nipoti, come faranno a difendersi dal clima impazzito, a bere acqua potabile e a nutrirsi?

Attualmente i nostri cervelli sono saturi di informazioni e la nostra attenzione è richiamata dagli smartphone come se avessimo un lattante che piange nelle orecchie tutto il giorno - parlo anche per me, che tra l'altro di recente ho avuto (anche) una lattante vera, e posso dire che il mio cervello ne esce un po' ammaccato. -

Sono arrivata al punto che quando vado in vacanza in un posto dove non esiste la differenziata, mi rilasso buttando tutto senza pensarci: sarebbe un testo per un comico se non fosse la vergognosa confessione di un'appartenente a contiamoci".

Infatti nei primi tempi della maternità sono un po' sparita di qua.

Quando hai i nervi esauriti la differenziata è scomoda, è vero. Vero è anche che potresti essere tu il responsabile del tuo esaurimento, se non hai individuato i tempi e i modi giusti per ricaricarti e il modo per nutrirti intellettualmente e culturalmente. Un mio ex rivendicava il diritto di distrarsi davanti alla TV e non gli interessava tutto ciò che riguardava il sociale perché "la realtà lo bombardava già tutto il giorno". Ma da lì a sorbirsi per ore la TV spazzatura che affatica il cervello perché richiede digestione ma non nutre, il passo è breve. E l'horror vacui (l'ansia del silenzio e del vuoto) che ci impedisce invece sani spazi di ozio quotidiano, fondamentali per rielaborare le informazioni e assestare le sinapsi, vengono persi (come i sogni, nel caso, ad esempio del mio ex, il quale dipendendo pesantemente dalla cannabis non sogna più da non so quanto).

Ora... con un assetto mentale del genere, come fai a vedere che "tutto il mondo è attaccato" (per citare un testo ambientalista) e ad interessarti del tutto perché vi appartieni, se l'individualismo (e qui torna Reagan), ti fa percepire solo gli illusori vantaggi del pensare a te stesso?

La Soluzione A Tutto, per me, a qualunque problema io pensi, è sempre quella: cultura.  Calamandrei diceva che la classe dirigente parte dai maestri di scuola fino al Presidente della Repubblica. Gli insegnanti sono i primi eroi del cambiamento. Si comincia seminando. I genitori, ovviamente, in sinergia invece che in opposizione, e col buon esempio. Movimenti, blog, voi fondatori di Contiamoci, che trovo rivoluzionario.

Nel pratico spicciolo so che ci sono premi all'innovazione, iniziative come "Comuni ricicloni", insomma tutti i tipi di incentivi.

Io metterei per legge l'obbligo di mq di aree verdi in rapporto ai mc edificati, studiando modi facili di mantenere il verde (anche CRISPR, perché no?) e coinvolgendo bambini e anziani. Tasserei il Made out Italy per far passare la voglia di consumare sulla pelle degli schiavi extraeuropei e del solito povero pianeta. Tasserei particolarmente i SUV e stabilirei un tetto massimo di contenuto in zucchero nei cibi industriali. Non parliamo poi della conversione dell'industria bellica...

Vi ho annoiati abbastanza, e mi piacerebbe un dibattito più concreto di questo mio polpettone.

In breve: tutto ciò che altera la percezione del senso e del gusto delle cose lo disincentiverei, a favore di iniziative volte a riconoscere la sistematicità della nostra realtà e ad assumere la responsabilità delle proprie azioni.

frabarenghi
frabarenghi

Ah! La soluzione della risposta a chi parla di "fatica" è già nelle tue convinzioni: sai bene che è necessario per la sopravvivenza. Se vivessimo da autosufficienti o in ambienti estremi ci sarebbe ben chiaro che dovremmo fare fatica e che ogni errore potrebbe essere fatale. Il nostro stile di vita carica le fatiche e gli errori su appositi schiavi: in carne ed ossa o la Terra. E, per come sei fatta, la tua felicità a discapito di quella altrui o accumulando un conto che la natura ti presenterà non è vera felicità.

Io alle persone che avrebbero bisogno di scendere dal pero (delle illusioni) direi cose del tipo "ma lo sai che ho scoperto che c'è un tasso elevato di suicidi tra i vincitori del superenalotto"?

(Peccato che spesso non sia coinvolta in veri dialoghi ma mi ritrovo spettatrice passiva di gente che si parla addosso...)

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