auto zona etica benzina

don_chisciotte don_chisciotte, 23/01/2014 — Mi rifaccio alla buona pratica inserita poco fa da Lucy Eco Punk relativamente al boicottaggio dei consumatori. Tempo girava una mail che spiegava come sarebbe stato possibile in maniera semplice fare in modo che si riducesse il prezzo della benzina. In sostanza sarebbe bastato non andare piu' a rifornirsi presso i distributori Shell e Esso ma scegliere altri distributori (in internet trovate tantissimi post sull'argomento). Essendo queste le compagnie petrolifere piu' grandi che determinano i prezzi del mercato nel momento in cui avessero notato un notevole calo dei consumatori alla pompa avrebbero dovuto abbassare i prezzi, influenzando di conseguenza tutti gli altri al ribasso. Detta cosi sembrava l'uovo di colombo e non ci ho pensato un attimo a metterla in pratica (purtroppo faccio 50.000 km all'anno per lavoro!) e lo faccio ancora oggi. Ma non e' cambiato praticamente nulla. Quindi o non funziona come era stato descritto (e prego qualcuno piu' informato di me di fare luce sull'argomento. Sembra che in realta' il vero obiettivo non sia quello di abbassare il prezzo ma di punire le compagnie che finanziano le guerre per il petrolio) oppure non sono stati abbastanza gli italiani ad attuare questa pratica/boicottaggio affinche' si ottenesse il risultato sperato. Per questo ho pensato di riproporla su Contiamoci. Per l'ambiente non cambia un granche' ma per le nostre tasche si e ogni tanto non fa male...con tutto il rispetto per gli onesti lavoratori/gestori dei distributori sopra citati. E se non serve ad abbassare il prezzo ma a punire le compagnie che finanziano le guerre per il petrolio va bene lo stesso, anzi meglio!

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frency1972
frency1972

Il problema di fondo di questa pratica è che le compagnie petrolifere non vendono "solo" benzina alla pompa ma i loro introiti derivano anche dal combustibile del riscaldamento delle case, lubrificanti per le auto e le industrie ecc ecc (esso.it , shell.it , questi sono due link delle compagnie sopracitate per farti capire cosa intendo), quindi con questa pratica si penalizza solo ed esclusivamente il benzinaio sotto casa, in quanto, se calano gli introiti dal carburante auto, le grandi compagnie compensano aumentando il prezzo delle altre cose. Le grandi compagnie non andranno mai a fondo in questo modo...i piccoli distributori sì

don_chisciotte
don_chisciotte

Grazie frency1972, paoinfo e fturco per le vostre precisazioni, informazioni e pareri sull'argomento. E grazie in anticipo a quelli che verranno. Ciao a tutti!

paoinfo
paoinfo

Io ho una macchina che va a gpl, l'ho pagata praticamente come una a benzina, ma inquina un po' di meno. Mi piacerebbe comprarmi una macchina ibrida/elettrica, ma costano tanto e, per quella solo elettrica, non saprei neppure dove ricaricarla. Il problema non è pagare di meno la benzina, ma cercare di non comprarla affatto, bisogna spingere verso le fonti alternative e rinnovabili, cosa che la lobby dei petroliferi non vuole.

fturco - disiscritto
fturco - disiscritto

A mio parere il prezzo della benzina dovrebbe salire, non scendere. Con una tassa extra si potrebbero gradualmente includere nel prezzo tutte quelle esternalità che oggi non vengono contemplate (sto pensando al riscaldamento globale e alle altre forme di inquinamento). Ovviamente i ricavi extra non dovrebbero andare alle compagnie petrolifere, e nemmeno allo stato, bensì essere integralmente utilizzati per promuovere la riduzione dei consumi energetici e le risorse rinnovabili. Con il picco del petrolio poi sarà inevitabilmente più difficile estrarlo dal sottosuolo e i prezzi saliranno di conseguenza, anche senza imporre delle tasse extra.

donnatetra
donnatetra

in norvegia ad esempio già funziona così... però è anche vero che volendo puoi girare tutta quanta la norvegia a piedi o in bici sulle strade perchè anche le super strade sono dotate di piste ciclabili e marciapiedi

stefanoto
stefanoto

Concordo pienamente con questo punto di vista. In realtà bisognerebbe conteggiare nel costo di produzione di qualunque oggetto anche i costi sociali od ambientali che esso genera; per esempio, frutta e verdura che arrivano sulle nostre tavole dall'altra parte del mondo dovrebbero avere una maggiorazione dovuta all'impatto ambientale dei costi di trasporto sostenuti per spostarle dal luogo di produzione al luogo di consumo. In questo modo il consumatore potrebbe fare un confronto reale tra il prezzo di queste e di quelle prodotte localmente, con un vantaggio per queste ultime che sono state prodotte in luoghi più vicini. In Gran Bretagna so che esiste una legge che obbliga a indicare i km percorsi da ogni bene venduto al suprmercato prima di arrivare al punto di vendita.

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